Mostra fotografica: ISTANTI DAL MONDO
Le fotografie di Anna Pandin il 2-3-4-5 Giugno a Villa Wasserman, Giavera del Montello.
Anna Pandin (Venezia, 1960) si è formata presso l’Istituto Statale d’Arte e l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Alla passione per il viaggio unisce quella per la fotografia. Questa mostra è la sintesi di queste due grandi passioni, qui rappresentate nelle più significative esperienze fotografiche realizzate nei viaggi africani ed euroasiatici.
Cercando la parola “viaggio” nella maggior parte dei dizionari, come prima definizione si trova: “l’azione del muoversi per andare da un luogo all’altro compiendo un certo percorso”, né segue una più specifica “giro attraverso luoghi o paesi diversi dal proprio, per vedere, conoscere, imparare o semplicemente per divertirsi”. Il terzo significato è quello di “pellegrinaggio”, seguito poi dai significati metaforici di: “itinerario ideale, immaginario o mitico attraverso i tempi”. Il viaggio è, in fondo, un cammino, spesso interiore.
Viaggiare significa scoprire posti e persone nuove, capire culture e popoli anche molto lontani dal nostro. È, dopo tutto, amare.
Viaggiare vuol dire farsi sorprendere da ogni angolo e persona che si incontra e partecipare della cultura e della storia del Paese che si visita.
Viaggiare è anche condivisione, crescita, gioia, passione, meraviglia ma anche incertezza, smarrimento, stanchezza, delusione. Sentimenti del vivere quotidiano che, però, nel viaggio assumono tutto il fascino e l’intensità di un’emozione.
Viaggiare aiuta a comprendere la vita, gli altri e soprattutto se stessi. Chi viaggia riesce a capire, conoscere e misurare i suoi limiti, le sue capacità e i suoi pregi.
La parola “fotografia” deriva da due parole greche: phôs (luce)e graphè (grafia). È scrittura con la luce.
Ma la fotografia è molto di più, è arte, documento, informazione, denuncia, passione e pensiero. Un mondo dove realtà e finzione, emozione e studio, spirito e materia si mescolano e si fondono.
La fotografia è uno strumento attraverso il quale conoscere il mondo, confrontarsi con esso, capire e comprenderne i suoi misteri.
La fotografia è, probabilmente, fra le più accessibili forme d’arte ma per ciò stesso tra le meno ordinarie. La macchina fotografica permette di colmare la distanza, a volte infinita, che esiste tra il mondo e la visione che abbiamo di quel mondo.
Una fotografia può immortalare volti o avvenimenti, narrare storie, sorprendere, divertirci, educare, può cogliere e trasmettere emozioni, dialogare con la parte più intima di ognuno di noi.
E, prima d’altro, dietro l’obiettivo, ci sono gli occhi, il cuore, i desideri e le passioni di chi attraverso la fotografia intende strappare proprio quell’istante all’oblio del tempo.
Nella fotografia ci sono tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le persone che hai amato.
La fotografia come il viaggio è incontro, fusione di attimi indissolubili e a volte talmente distanti tra di loro da sembrare incommensurabili.
Da una parte l’“altro” il “diverso”, dall’altra ciò che ci spinge all’incontro con l’altro, il nostro stato d’animo, le nostre passioni i nostri desideri. Un incontro dal quale scaturiscono, emozioni, scambi, confronti, approfondimenti, sentimenti.
Viaggio e fotografia insieme hanno il potere di aprire gli orizzonti fisici e culturali delle persone, permettono di costruire nuovi rapporti, di modificare le prospettive sul mondo, di conoscere e capire ciò che di nuovo si incontra, aumentando inevitabilmente il nostro bagaglio di conoscenze, nel rispetto delle persone che si incontrano e dei Paesi e ci ospitano.
Il viaggio è movimento, è l’evento che unisce spazio e tempo. Fotografare coglie istanti, descrive attimi, esplora il mondo e lo restituisce a “bassa velocità” permettendoci di cogliere ciò che viceversa andrebbe ineluttabilmente perso.