Lettera aperta ai cittadini e cittadine del Montello
Cari cittadini e cittadine del Montello,
siamo i 500 volontari di “Ritmi e danze dal mondo – crocevia di incontri e di culture”, il festival che ormai da 22 anni si tiene a Giàvera. Questo territorio per noi è un po’ come una casa comune di cui desideriamo aver cura. L’immagine del Montello che ha girato l’Italia in questo ultimo periodo dal nostro punto di vista non corrisponde alla realtà: questa è stata anche una terra che pur con un processo laborioso ha saputo inserire un certo numero di migranti. Perciò vogliamo rivolgerci a voi per condividere alcuni nostri pensieri in merito alla situazione che si è venuta a creare con la “questione profughi”.
Anche noi crediamo che collocare un centinaio di richiedenti asilo all’interno della struttura dell’ex-polveriera non sia senz’altro una buona “soluzione”, né per queste persone né per le nostre comunità. Anche noi vogliamo uscire da buonismi e paure per arrivare ad un governo serio del fenomeno migratorio e della difficile situazione che ultimamente si sta creando intorno a questa realtà. Anche noi vogliamo un territorio dove ci si possa sentire sicuri, a partire da relazioni personali e sociali più distese, più capaci di costruire qualcosa di buono assieme.
Siamo convinti che le migrazioni e, all’interno di queste, la situazione dei richiedenti asilo, siano un fenomeno complesso, che non si può risolvere né gridando gli uni contro gli altri né esasperando le paure né semplificandolo al punto da ridurre tutto a bianco o nero. Sembra che tutti i nostri problemi nascano dai “profughi”: chiediamoci se è responsabilità loro la crisi economica e di lavoro che stiamo vivendo ormai da otto anni; oppure la delocalizzazione sempre più spinta della produzione industriale; o ancora la gestione di banche che in un attimo hanno azzerato tanti nostri risparmi; se dipenda da loro il fatto che facciamo sempre meno figli e stiamo diventando una società sempre più “vecchia”… Attenzione: nelle “guerre tra poveri” chi ci guadagna davvero di solito sono solo i più ricchi…
Siamo convinti che vi siano forme di accoglienza, di insediamento che risultano più difficili da gestire e più “pesanti” per un territorio, e altre più sostenibili e “utili” al territorio stesso: vorremmo insieme con voi trasformare gli slogan di protesta in energie che costruiscano una convivenza possibile, più sicura e più serena per tutti. Siamo disponibili ad incontrare quelle realtà del Montello (e non solo) che desiderino confrontarsi su questi temi, che da 22 anni viviamo quotidianamente.
i cinquecento volontari di “Ritmi e danze dal mondo – crocevia di incontri e di culture”
POLVERIERA TURCA con Marta Ottaviani
A partire dal nuovo libro di Marta Ottaviani, Il Reis, vorremmo capire che cosa sta davvero accadendo in Turchia, discutendone con lei e Yavuz Baydar, entrambi acuti osservatori della realtà turca.
Appuntamento a giovedì 19 gennaio alle 20.45 presso la Biblioteca di Montebelluna (TV).
LA MARCIA DEI 1000 PIEDI sul Montello
Siamo 500 volontari che da 22 anni lavoriamo attraverso il festival di Giavera, nel dialogo, nel confronto con il territorio e con chi vive culture diverse. Siamo consapevoli che le migrazioni sono tema complesso, le scelte che si mettono in atto devono tener conto degli equilibri di un territorio.
Rifiutiamo le semplificazioni, la demagogia, la violenza delle parole, il clima di ostilità che si è creato con la manifestazione di Volpago del Montello.
Affermiamo la necessità di proporre un modo diverso di affrontare i cambiamenti sociali e la questione dei migranti, partendo dal nostro essere cittadini responsabili nei territori che abitiamo.
PROGRAMMA di DOMENICA 22 GENNAIO
Ore 14.30
Partenza della marcia dei 1000 piedi da Villa Wassermann, Via della Vittoria, Giavera del Montello TV. Percorso di circa 4/5 km e arrivo previsto in Villa Wassermann ore 16.00. La marcia sarà preceduta da una staffetta di podisti che attraverserà tutto il Montello
Dalle ore 16.00
Trasferimento in auto al Palamazzalovo di Montebelluna, via Malipiero 125. Interventi culturali, musica e danze, spazio libri e angolo bimbi.
Unisciti a noi con un IO CI SONO, partecipando alla marcia dei 1000 piedi + i miei…
Info:
info@ritmiedanzedalmondo.it
localhost/ritmiedanze
342.6474815
In caso di pioggia, la manifestazione si terrà al Palamazzalovo di Montebelluna con inizio alle ore 15.00.
La manifestazione non ha colore politico, nè ideologico, avrà il colore dei volti di tutti, per una volta lasciando a casa bandiere e striscioni.
Daremo notizia durante la manifestazione, in rete e a mezzo stampa di tutte le realtà del territorio che hanno voluto aderire.
LIBRI in CANTINA incontra RITMI e DANZE DAL MONDO
Domenica 2 Ottobre alle ore 17:30, presso la chiesa del Carmine di Susegana, ci sarà l’evento di chiusura ad ingresso libero del festival LIBRI IN CANTINA.
L’Evento nasce in collaborazione tra “Libri in Cantina”, mostra nazionale della piccola e media editoria, e la Festa Interculturale “Ritmi e Danze dal Mondo: è un prima iniziativa che intreccia due festivals del nostro territorio che hanno in comune tra le altre cose la forza della passione che li ha trasformati nel tempo da eventi “minori” in importanti appuntamenti culturali ed opportunità di incontro tra migliaia di persone.
Le musiche dal Mediterraneo al Medioriente dell’Ensemble Multietnico Safar Mazì e le parole lette e raccontate, tratte dal libro della scrittrice ucraina Tamara Senchuk sotto forma di intervista a cura di Marco Berdusco, si alterneranno in questo contenitore ricco di emozioni e spunti di riflessione.
Il programma completo della mainifestazione su www.libriincantina.it
Info: Safar Mazi’ 349 5621311
VANDALI con GIAN ANTONIO STELLA e GUALTIERO BERTELLI
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Sabato 4 Giugno alle ore 21.00 presso il Teatro tenda parco di Villa Wassermann ci sarà uno spettacolo di parole e musica dal titolo VANDALI con GIAN ANTONIO STELLA, GUALTIERO BERTELLI, LA COMPAGNIA DELLE ACQUE.
La denuncia dello scempio che sconvolge le “grafie culturali” della bellezza paesaggistica e archeologica d’Italia, parte integrante della nostra identità.
Spettacolo a pagamento: 15 euro.
Entrata gratuita per bambini fino a 11 anni.
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Mostra fotografica: AFRICA IN VOLO
Al Festival RITMI E DANZE DAL MONDO 2016 una straordinaria mostra fotografica sul continente africano Per chi non soffre di vertigini.
Dieci grandi fotografi hanno volteggiato nei cieli senza confini dell’Africa, dal Cairo a Città del Capo, lungo la spina dorsale della Rift Valley, sorvolando paesaggi sempre nuovi e raggiungendo luoghi inarrivabili. Cogliendo coi loro obiettivi le pulsioni e i contrasti di un continente in piena fibrillazione.
Un lungo viaggio sopra deserti, savane, foreste e metropoli brulicanti di gente. In cerca delle più insolite e spettacolari vedute aeree. Per mostrare come e quanto l’Africa sta cambiando in ogni aspetto della società.
LA MOSTRA
Il giallo della savana, il verde della foresta, l’arancio delle dune, l’azzurro del mare, il rosa dei laghi salati, il nero dei vulcani, il grigio delle baraccopoli. Vista dal cielo, l’Africa è un arcobaleno di colori che non finisce di stupire. È un’esplosione di luci, ombre e mille sfumature che riverbera le pulsioni e i contrasti di un continente in piena fibrillazione. L’altezza offre punti di vista inusuali e rivela paesaggi imprevedibili. Fiumi, montagne, deserti, laghi e città assumono sembianze impossibili da raccontare. Solo la fotografia può svelarle. Per questo dieci impavidi reporter hanno volato (a bordo di parapendii, elicotteri, piccoli aerei e mongolfiere) sui vasti e mutevoli territori che si avvicendano tra il Cairo e Città del Capo.
Hanno sorvolato luoghi inesplorati e metropoli brulicanti di vita. Sono stati testimoni di eventi grandiosi, immani tragedie, riti secolari e fenomeni moderni che scuotono l’anima irrequieta del continente. Sfidando la paura e le vertigini, si sono spinti dove volano gli uccelli e hanno immortalato coi loro obiettivi le più spettacolari vedute aeree. Per mostrarci l’Africa come non l’avevamo mai vista.
I FOTOGRAFI
George Steinmetz, Frans Lanting, Sven Torfinn, Davide Scagliola, Robin Hammond, Per- Anders Pettersson, Bruno Zanzottera… Alcuni dei migliori reporter delle agenzie Getty, Afp, Luz, Panos, Parallelozero.
I CURATORI
La ricerca delle immagini è curata da Marco Garofalo e Marco Trovato. Testi e didascalie sono elaborati da Marco Trovato.
I PROMOTORI
La mostra “L’Africa in volo” è stata realizzata dalla rivista . Con il sostegno di Brussels Airlines, African Explorer, Il Gabbiano Livingston, Libreria Incrocio Quarenghi, Associazione Sunugal, Viafarini, Jona e le agenzie fotografiche Parallelozero e Luz.
Mostra fotografica: ISTANTI DAL MONDO
Le fotografie di Anna Pandin il 2-3-4-5 Giugno a Villa Wasserman, Giavera del Montello.
Anna Pandin (Venezia, 1960) si è formata presso l’Istituto Statale d’Arte e l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Alla passione per il viaggio unisce quella per la fotografia. Questa mostra è la sintesi di queste due grandi passioni, qui rappresentate nelle più significative esperienze fotografiche realizzate nei viaggi africani ed euroasiatici.
Cercando la parola “viaggio” nella maggior parte dei dizionari, come prima definizione si trova: “l’azione del muoversi per andare da un luogo all’altro compiendo un certo percorso”, né segue una più specifica “giro attraverso luoghi o paesi diversi dal proprio, per vedere, conoscere, imparare o semplicemente per divertirsi”. Il terzo significato è quello di “pellegrinaggio”, seguito poi dai significati metaforici di: “itinerario ideale, immaginario o mitico attraverso i tempi”. Il viaggio è, in fondo, un cammino, spesso interiore.
Viaggiare significa scoprire posti e persone nuove, capire culture e popoli anche molto lontani dal nostro. È, dopo tutto, amare.
Viaggiare vuol dire farsi sorprendere da ogni angolo e persona che si incontra e partecipare della cultura e della storia del Paese che si visita.
Viaggiare è anche condivisione, crescita, gioia, passione, meraviglia ma anche incertezza, smarrimento, stanchezza, delusione. Sentimenti del vivere quotidiano che, però, nel viaggio assumono tutto il fascino e l’intensità di un’emozione.
Viaggiare aiuta a comprendere la vita, gli altri e soprattutto se stessi. Chi viaggia riesce a capire, conoscere e misurare i suoi limiti, le sue capacità e i suoi pregi.
La parola “fotografia” deriva da due parole greche: phôs (luce)e graphè (grafia). È scrittura con la luce.
Ma la fotografia è molto di più, è arte, documento, informazione, denuncia, passione e pensiero. Un mondo dove realtà e finzione, emozione e studio, spirito e materia si mescolano e si fondono.
La fotografia è uno strumento attraverso il quale conoscere il mondo, confrontarsi con esso, capire e comprenderne i suoi misteri.
La fotografia è, probabilmente, fra le più accessibili forme d’arte ma per ciò stesso tra le meno ordinarie. La macchina fotografica permette di colmare la distanza, a volte infinita, che esiste tra il mondo e la visione che abbiamo di quel mondo.
Una fotografia può immortalare volti o avvenimenti, narrare storie, sorprendere, divertirci, educare, può cogliere e trasmettere emozioni, dialogare con la parte più intima di ognuno di noi.
E, prima d’altro, dietro l’obiettivo, ci sono gli occhi, il cuore, i desideri e le passioni di chi attraverso la fotografia intende strappare proprio quell’istante all’oblio del tempo.
Nella fotografia ci sono tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le persone che hai amato.
La fotografia come il viaggio è incontro, fusione di attimi indissolubili e a volte talmente distanti tra di loro da sembrare incommensurabili.
Da una parte l’“altro” il “diverso”, dall’altra ciò che ci spinge all’incontro con l’altro, il nostro stato d’animo, le nostre passioni i nostri desideri. Un incontro dal quale scaturiscono, emozioni, scambi, confronti, approfondimenti, sentimenti.
Viaggio e fotografia insieme hanno il potere di aprire gli orizzonti fisici e culturali delle persone, permettono di costruire nuovi rapporti, di modificare le prospettive sul mondo, di conoscere e capire ciò che di nuovo si incontra, aumentando inevitabilmente il nostro bagaglio di conoscenze, nel rispetto delle persone che si incontrano e dei Paesi e ci ospitano.
Il viaggio è movimento, è l’evento che unisce spazio e tempo. Fotografare coglie istanti, descrive attimi, esplora il mondo e lo restituisce a “bassa velocità” permettendoci di cogliere ciò che viceversa andrebbe ineluttabilmente perso.
Collettivo Fotosocial presenta: Ruta Migrante
Il Messico dei migranti e i muri degli USA. La “prima” del progetto Ruta Migrante, del Collettivo Fotosocial, è per il festival RITMI E DANZE DAL MONDO 2016 di Giavera del Montello.
Per la prima volta, dal 03 al 05 Giugno 2016 presso la villa Wasserman a Giavera del Montello, viene esposto Ruta Migrante, il nuovo lavoro fotografico del Collettivo Fotosocial, gruppo di fotografi castellano di fotografia sociale che dal 2008 ci mette in discussione di fronte ad altre realtà, travisate, sconosciute, che il Collettivo Fotosocial sa cogliere per mezzo della fotografia, attraverso una metodologia basata su una forte propensione all’ascolto e al dialogo.
Ruta Migrante è un reportage che rilegge un progetto iniziato nel 2012 sui migranti deportati dagli USA al Guatemala, nell’Aeroporto Militare La Aurora di Ciudad Guatemala, con un lavoro di Dario Antonini.
Proprio da qui è ripartito il nuovo progetto, che ha seguito il flusso migratorio verso il Rio Suchate, e da Tecùn Umàn a Tapachula, Messico, dove inizia un calvario di migliaia di kilometri, tra umidità, polvere e ferrovie. Continuato per Arriaga e Ixtepec, dove il caldo soffocante veniva interrotto solo dal grido della Bestia, il treno merci che “ospita” i migranti in rotta verso il Nord.
Il documentario di Dario Antonini e Luca Toffolon segue tra la popolazione messicana, che si ostina a sostenere ciò che non cura lo Stato. Un esempio su tutti, le Patronas di Amatlan, donne che continuano a lanciare cibo su ogni treno che passa per lo stato del Veracruz. Ogni giorno, ogni treno. Da vent’anni.
Un altro capitolo è dedicato al Districto Federal e la burocrazia delle ambasciate. Documenti e asilo politico. Un tema non nuovo al Collettivo Fotosocial.
Poi ci sono le frontiere.
Dal Rio Bravo di Nuevo Laredo al deserto di Mexicali, al muro di Tijuana.
E di là, di nuovo gli USA, pronti ad una nuova caccia al topo. Pronti a nuove deportazioni.
Dopo gli ultimi successi del Collettivo Fotosocial in Europa e in Italia (ospiti del Perugia Social Photo Fest 2016) con “Cargar, scargar dalla montagna. I pascoli Migranti” di Luca Toffolon, presentato all’Expo di Milano al Padiglione di Sloow Food e pubblicato in un libro, e di “Fuori, dentro, sotto Bucarest”, lavoro esposto a Venezia, Perugia, Zagabria e vincitore, con Massimo Branca, di prestigiosi premi, il Collettivo Fotosocial torna a relazionarsi con il pubblico della fotografia e non, cercando con la loro affermata metodologia di condividere storie, emozioni e frammenti di vita per mettere gli uomini in condizione di accorgersi gli uni degli altri.
A sostegno dell’esposizione Ruta Migrante, sarà esposto anche il progetto La foto nello zaino, di Terrefotolab, laboratorio di fotografia terapeutica e partecipativa, che, attraverso interventi di mediazione artistica con fotografia e video, è riuscita ad avvicinare i migranti alla narrazione della propria migrazione a partire dalle fotografie che gli stessi conservano per il viaggio.